Brave un web browser sicuro veloce e privato con Adblocker
Brave un web browser sicuro veloce e privato con Adblocker
Brave è un browser open-source multipiattaforma specializzato nella protezione della privacy, basato sul progetto Chromium. Il browser è stato ideato e annunciato dal creatore di JavaScript e cofondatore di Mozilla, Brendan Eich. È disponibile per Windows, macOS, Linux, Android e iOS.
Brave blocca automaticamente la pubblicità online e i cookie traccianti. Integra inoltre una serie di funzionalità finalizzate a tutelare la privacy dell’utente, tra cui il blocco del fingerprinting e l’upgrade automatico a HTTPS. Alcune di queste funzionalità sono disponibili anche per altri browser sotto forma di estensioni, ma Brave le fornisce già integrate e ottimizzate.
Inoltre, il browser è provvisto di supporto per Tor nella modalità di navigazione privata della versione desktop. È quindi possibile navigare con Tor senza installare separatamente il Tor Browser.
Brave consente facoltativamente agli utenti di essere ricompensati in Basic Attention Tokens (BAT) per ogni annuncio sponsorizzato che decidono di guardare mentre navigano, sotto forma di notifica push o del sistema operativo. Gli utenti ricevono il 70% del ricavato dagli annunci, senza dover cliccare su questi ultimi. I BAT, creati appositamente per Brave, sono basati sulla criptovaluta Ethereum e sono convertibili in altre valute o criptovalute.
I BAT possono essere usati anche per inviare donazioni o pagamenti ai creatori di contenuti che decidono di accettarli, sia nel proprio sito web che in piattaforme social come YouTube, Twitter, Reddit e Twitch. In questo caso, oltre all’apposito pulsante nella barra di navigazione, appare automaticamente un pulsante nella pagina web per pagare l’autore dei contenuti o il proprietario della pagina, sia una tantum sia come donazioni periodiche. Tra i principali siti web (nella classifica di Alexa Internet) che accettano pagamenti in BAT ci sono Wikipedia, il Washington Post, Archive.org, SourceForge.
Fonte Articole: “Wikipedia”
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